DEFINIZIONE DI “GRAVINA”

Il termine gravina deriva dal termine latino gravis con il quale si indica una profondità. Le gravine sono dei canyon o fenditure carsiche che si aprono sull’Altopiano delle Murge creando un fenomeno tipico che investe soprattutto l’area del Tarantino, del Nord-Est Barese sino ai primi lembi del territorio Lucano.
Quest’area milioni di anni fa era ricoperta dal mare, ne sono testimonianza i numerosi sedimenti fossili marini presenti nelle rocce delle pareti delle Gravine. Quando l’Altopiano delle Murge è emerso definitivamente dal mare, in fratture già preesistenti si sono incanalate le acque meteoriche per cercare un naturale deflusso verso la costa. Questo fattore unito ad altri agenti atmosferici come il vento, lentamente, nel corso di milioni di anni, ha scavato questi straordinari canyon.

CARATTERISTICHE

Le Gravine variano per dimensioni, profondità e composizione rocciosa. Distinguiamo fondamentalmente due tipi di roccia: roccia calcarea, sedimentatasi 135 milioni di anni fa con la caratteristica di essere dura e compatta, e roccia calcarenite sedimentatasi invece in ere geologiche relativamente più recenti, che è invece molto friabile e facilmente manipolabile.
La Gravina di Ginosa ad esempio, è composta per l’80% da roccia calcarenite, e si distingue per avere degli spalti molto ampi e scoscesi. Queste caratteristiche geo-morfologiche hanno fortemente favorito l’insediamento dell’uomo sin dal Paleolitico Medio (40.000 anni fa). Da allora uomini di tutte le epoche, contadini e pastori, monaci ed eremiti, hanno dato vita al “Fenomeno Rupestre”, creando una autentica città sotterranea scavata nella roccia. Quest’arte del vivere in grotta si protrarrà per tutto il Medioevo sino ad arrivare ai nostri giorni.
Vi sono altre Gravine invece in cui questo fenomeno antropico è poco presente poiché composte da una maggiore percentuale di roccia calcarea. Esse però sono straordinarie da punto di vista naturalistico perché conservano varietà micro-climatiche uniche, custodite tra pareti più ripide e strette, a “lama di coltello”, che raggiungono profondità anche superiori ai 200 m, come le Gravine di Laterza e di Castellaneta.

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